Le vacanze si avvicinano, si cavalcano, si superano … ma diversamente rispetto al passato.
Gli ultimi due anni hanno cambiato molte cose estremizzando, nel bene e nel male, situazioni e motivazioni.
La vacanza – da vacante – è assenza di abitudine o dovrebbe esserlo. È uno spazio di un altro tempo, di un altro contesto. È un contenitore che si pensa di svuotare ma invece si riempie, perché il vuoto spaventa , e invece dovrebbe rassicurare.
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Il vuoto è abitato da un’acustica i cui echi riportano messaggi lontani, più lontani di quanto sia comunemente sperimentato, e quei messaggi sono per noi.
Scrive Marguerite Yourcenar:
Il viaggio, la lettura, l’amore e la disgrazia ci offrono buone occasioni di confronto con noi stessi e propongono argomenti di monologo interiore.
L’occasione del viaggio verso la meta ambita libera e distacca, cambia i nomi delle cose e reinventa storie perché da la possibilità, guardando da altre prospettive, di vedere altrimenti e di suscitare riflessioni interiori che più facilmente possono salire in superficie.
Scrivere scrivere scrivere e sempre scrivere.
Ho cominciato da piccolissima, guidata dalla fantasia che respirava la vita intorno a me e la restituiva cambiata, a volte più bella, altre più drammatica.
Imparavo che potevo creare tutto un mondo, conosciuto solo da me, plasmandolo come fa lo scultore con la creta, per condividerlo con gli altri.
Era necessario però un compromesso, fra il desiderio di raccontare una certa storia e l’accettazione della storia che voleva essere raccontata, spesso molto diversa dalla prima.
Ascoltavo i personaggi, le atmosfere, le profondità, le negazioni e le asserzioni.
Imparavo ancora, nel passaggio dalla fantasia della narrativa alla realtà della vita a cogliere i fatti del mondo osservandoli da diversi punti di vista, senza più abbellire o drammatizzare, ma solo per mettere in luce quel qualcosa di vero e autentico che si nasconde nella normalità che sfuggiamo, per capire quanto invece sia straordinaria.
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