Racconti appassionati dal ritmo travolgente narrati da Eva Luna, novella Scheherazade sudamericana, per deliziare il suo amato Rolf Carlé, sono le storie che Isabel Allende colora con la sua inesauribile fantasia dando voce a donne impavide e curiose, libere a anticonformiste, che ieri come oggi, frantumano le regole imposte da millenni, per cavalcare la vita come solo le eroine sanno fare.
«Quel giorno Belisa Crepuscolario apprese che le parole vagano libere senza padrone, e chiunque con un po’ di abilità può impadronirsene per farne commercio. Considerò la propria situazione e concluse che a parte prostituirsi o impiegarsi come domestica nelle cucine dei ricchi erano pochi i mestieri che poteva fare. Vendere parole le parve un’alternativa decente»
Eva Luna racconta di Isabel Allende – Feltrinelli
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Le storie che restano, i racconti senza tempo, vanno rispolverati a più riprese perché ogni volta accade che un’intuizione si faccia strada per raggiungere il cuore e ne accenda la luce infinita che, sola, fa risplendere il mondo incantato dentro di noi.
Scrivere scrivere scrivere e sempre scrivere.
Ho cominciato da piccolissima, guidata dalla fantasia che respirava la vita intorno a me e la restituiva cambiata, a volte più bella, altre più drammatica.
Imparavo che potevo creare tutto un mondo, conosciuto solo da me, plasmandolo come fa lo scultore con la creta, per condividerlo con gli altri.
Era necessario però un compromesso, fra il desiderio di raccontare una certa storia e l’accettazione della storia che voleva essere raccontata, spesso molto diversa dalla prima.
Ascoltavo i personaggi, le atmosfere, le profondità, le negazioni e le asserzioni.
Imparavo ancora, nel passaggio dalla fantasia della narrativa alla realtà della vita a cogliere i fatti del mondo osservandoli da diversi punti di vista, senza più abbellire o drammatizzare, ma solo per mettere in luce quel qualcosa di vero e autentico che si nasconde nella normalità che sfuggiamo, per capire quanto invece sia straordinaria.
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