Soldati Si sta come in autunno sugli alberi le foglie
Giuseppe Ungaretti
Nel pieno dell’autunno, la poesia di Ungaretti raccoglie tutto il carico della guerra nel mondo. Di nuovo, l’uomo colpisce l’uomo con la cecità di chi non vuole capire, di chi non sa raccogliere le lacrime del passato, incapace di vedere l’anello della catena unito all’anello che distrugge.
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Da ciò che muore si prepara la nascita futura, ma dovrebbe nascerne qualcosa di più elevato, una maggiore coscienza, una consapevolezza profonda. Al momento, il dramma e il mistero rimangono inaccessibili alla normale comprensione e l’umanità continua a ripetere gli stessi errori. Eppure, chi sa, racconta che l’alba di una nuova era illumina il mondo. Non resta che cercare la Luce, che sola, indica il sentiero.
Scrivere scrivere scrivere e sempre scrivere.
Ho cominciato da piccolissima, guidata dalla fantasia che respirava la vita intorno a me e la restituiva cambiata, a volte più bella, altre più drammatica.
Imparavo che potevo creare tutto un mondo, conosciuto solo da me, plasmandolo come fa lo scultore con la creta, per condividerlo con gli altri.
Era necessario però un compromesso, fra il desiderio di raccontare una certa storia e l’accettazione della storia che voleva essere raccontata, spesso molto diversa dalla prima.
Ascoltavo i personaggi, le atmosfere, le profondità, le negazioni e le asserzioni.
Imparavo ancora, nel passaggio dalla fantasia della narrativa alla realtà della vita a cogliere i fatti del mondo osservandoli da diversi punti di vista, senza più abbellire o drammatizzare, ma solo per mettere in luce quel qualcosa di vero e autentico che si nasconde nella normalità che sfuggiamo, per capire quanto invece sia straordinaria.
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