Il bisogno di bellezza, così forte nella donna, non è un segno di debolezza, di sottomissione alle mode, di schiavitù per piacere agli altri. È legato a Venere, l’archetipo femminile che simboleggia la natura intima e profonda di un ordine interiore e di un’armonia totale, fondamenti essenziali per la realizzazione della donna. Ecco perché il bisogno di bellezza è naturale e del tutto legittimo. Uno strano senso di colpa però pervade la donna, o almeno qualche donna, quando sente di mostrare troppo interesse per la bellezza, e allora lo accetta ma senza dargli troppa importanza.

In tal modo, l’archetipo, nella sua purezza intrinseca, decade e il tentativo di riportarlo in vita, adattandolo all’evolversi della società e del costume, non riesce nel suo intento, così, non potendosi esprimere, inevitabilmente soffre.
Del mito, disgiunto dall’esteriorizzazione con la quale familiarizziamo attualmente, si è persa la memoria, ed è proprio la memoria che va ritrovata, scavando oltre la narrazione mitologica ma traendo dalla stessa, elementi precisi da reinterpretare sia nella quotidianità che nei valori importanti ed essenziali a cui ogni donna fa riferimento per sé stessa e con sé stessa.
Già pensando alle qualità venusiane per eccellenza – non solo bellezza ma anche gioia di vivere, gusto, tenerezza, equità, equilibrio, diplomazia, gentilezza, disponibilità, senso artistico e si potrebbe continuare – cosa sarebbe il mondo senza questi preziosi attributi?
Non è che queste qualità siano scomparse; in realtà, la donna non se le concede.
Non si permette il lusso di piacersi senza il bisogno dell’approvazione degli altri e del consenso dell’altro, ignorando invece che è proprio riconoscendole e concedendo loro il diritto di esistere e di manifestarsi che può vivere serenamente, essere addirittura felice e provare a realizzare qualsiasi aspirazione desideri.
https://elisabettamastrocola.com/2019/11/20/alla-ricerca-delluomo-perduto/
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