Nata dalla penna di Pamela Lyndon Travers come conforto al disagio familiare che ne attraversò l’infanzia, e trasposta, dopo la forte resistenza dell’autrice, sul grande schermo da Walt Disney, la tata magica non smette di divertire e ispirare intere generazioni perché, come tutte le eccellenze, non ha tempo.
La storia della bambinaia improbabile, secondo il concetto della normale bambinaia, che arriva nella famiglia Banks, nel tentativo precedentemente fallito da altre volenterose babysitter di educare i bambini, apre a riflessioni sull’educazione, sui rapporti umani, sui valori e sulla felicità, che sono poi le questioni fondamentali che riguardano tutta l’umanità.

Inventata per alleviare il dolore e la sofferenza delle sorelle più piccole, causati dalla morte del padre alcolista e dalla depressione della madre che tentò il suicidio, Travers prese spunto dalla figura della zia Sass, sorella della madre, dal carattere molto simile alla futura Mary Poppins, per raccontare una figura che portasse la luce nella nebbia dell’incertezza e un’allegria in grado di estinguere la solitudine di chi non è può trovare risorse in sé stesso e negli altri.
La magia non è semplicemente quella di far volare i tavoli, riporre i giochi con un semplice battere di mani, estrarre dalla borsa lampade e vasi di fiori, ma è quella di accendere sorrisi, di riportare l’armonia dove c’era discordia e di renderci più forti, fiduciosi, solidali e sicuri. Sembra poco, eppure è tutto.
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