Il frutto avvelenato degli inquinanti somiglia tanto alla mela della strega di Biancaneve. Nome emblematico. Contaminare ciò che è puro per interesse personale rivela l’illusione di credersi intoccabile e muove le scelte di quella fetta di umanità che si pensa al di sopra del bene e del male che, cieca di indifferenza per le sorti degli altri, continua la corsa verso il successo e la crescita, senza curarsi dei danni che causa all’ambiente e agli esseri viventi tutti; non ha ancora capito che la corsa è verso il burrone nel quale si schianterà alla stessa stregua della strega di Biancaneve.
Innumerevoli inchieste informano di intrecci e intricate questioni che avvolgono molte attività esclusivamente legate al guadagno che hanno devastato e continuano a devastare la terra e a guastare la salute della gente.
È un bene che la luce della conoscenza illumini gli orti bui dove crescono i frutti avvelenati, non per condannare, ma perché è solo attraverso la consapevolezza che si può agire e cambiare.
Alessandro Manzoni ha rappresentato nei Promessi Sposi il personaggio dell’Innominato, una delle più belle figure della letteratura italiana. Di lui ci ha trasfuso il tormento e l’inquietudine di quella interminabile notte dove l’anima, che era stata zittita da un’esistenza intrisa di violenze e crudeltà, si rialza dal suo sepolcro e lo richiama ad un gesto di umanità. Gesto che, decretando la fine di ogni violenza e crudeltà, sarà fatale per il vecchio despota, ma darà alla luce un uomo totalmente nuovo.
Ed oggi, cosa potrà risvegliare l’anima degli uomini indifferenti?
Nella fiaba e nel grande romanzo ottocentesco, il candore di Biancaneve e la purezza di Lucia Mondella sono le leve che ispirano il principe e risvegliano l’anima del brigante. Forse, quello di cui abbiamo bisogno è una grande idea capace di ispirare, più che scuotere, qualcosa di immensamente bello, un’immagine di felicità che non sia lontana e irraggiungibile ma vicina e accessibile, se solo lo vogliamo. Al di qua del bene e del male.