L’amore come lo avevamo dimenticato

I grandi geni della letteratura hanno il potere di risvegliare dal sonno immemore, nel quale si cade con facilità sorprendente, utilizzando parole semplici ma potenti ed efficaci come palle di cannone.

A proposito dell’amore, uno dei soggetti  principe nella vita di ogni essere umano, sia quando è vissuto sia quando è negato, Victor Hugo ci regala una riflessione sulle persone che si sono amate, o meglio, una verità, che obbliga a mettere in discussione , se non tutto, molto di quello che abbiamo ripetutamente analizzato e interpretato riguardo l’argomento; tutti i discorsi sull’amore, sulla coppia, sul rapporto, sulla sessualità, sul dialogo e la sua assenza, sull’intimità, sulla complicità, sull’essere considerati,  accettati,  apprezzati …

Edward Charles Hallé, Paolo e Francesca, 1840

Il Maestro scansa tutte le possibili considerazioni, fa tabula rasa e arriva all’essenziale: 

Si è tanto abusato dello sguardo, nei romanzi d’amore, che si è finito per non averne più stima; e solo a stento si osa dire, ora, che due esseri si sono amati, perché si sono guardati. Eppure, proprio così, e solo così ci si ama; il resto è soltanto il resto, e viene dopo.

Nella vita corrente, oltre che nell’amore,  la magia dello sguardo, viene vissuta così poco. L’abbiamo dimenticata. Lo possiamo constatare tutti. Le persone non si guardano o si guardano appena di sfuggita, non  solo a causa della fretta, che ci muove come burattini, ma per una certa timida ritrosia, una paura di svelarsi, di perdersi, di dichiarare la fragilità umana.

Ma guardarsi è bellissimo, soprattutto se si vuole bene, e ci vuole coraggio e uno spirito libero.

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