La poetica di Anna Rita Armati, artista eclettica e sensibilissima, percorre il cielo notturno e lo colora di sentimenti che uniscono mondi separati da tempi che non contano i giorni.
Tra una stella e l’altra si affacciano alla memoria i ricordi degli amori antichi, ancora vivi e presenti per il potere dell’evocazione, di quel senso del soccorso che sancisce le unioni e le rende salde, almeno per il momento di un incanto.

PENSANDOTI
Mi scopro a pensarti
fra le canne
sbattute dal vento
quando prendo la fune
e le lego fra loro.
Si sostengono
l’una con l’altra combattendo
gli eventi terrestri.
…
Nel cielo di Anna Rita Armati, ogni stella, brillando di luce propria, proietta quel particolare chiarore che illumina le caverne buie dell’animo e porta a scavare di più e di più per rintracciare ciò che è veramente essenziale.
ANCORA UN PO’
Ancora
non ho finito di entrarmi dentro
e tirar fuori da me
la terra
che è di troppo
e che non serve più.
Ci si nutre di essenza e di silenzio.
La poesia dell’autrice ritorna alla terra e alla sua Umbria. Ne percorre le stagioni, ne interroga i fiori, il vento, la luna, i profumi; ne disegna i contorni delle immagini impresse nel tempo con i suoi personaggi così pieni di autenticità, così fortemente impastati di umanità.
La parola scivola lungo i vicoli del paese pregni di un sapore di famiglia, sosta fra le piccole case colme di sogni e mai sazie di passioni, dove crescere per prepararsi a sbocciare nel mondo.
La madre, il padre, il figlio, gli amanti, il ciabattino e la lavandaia che sono anch’essi famiglia, tutti rivestiti della benedizione di un amore che maturando ha saputo trasformarsi per diventare più audace e bello.
L’altro, chiunque esso sia, non è mai uno sconosciuto, perché la Poesia lo accompagna sulla soglia del cuore, che dolcemente si apre per accoglierlo.
NEI GIORNI FREDDI E LUNGHI
Nei giorni freddi e lunghi
di questo primo inverno
accenderò un bel fuoco per riscaldarti
e quando le rosse fiamme
con generoso ardore
espanderanno a te e a me
il loro amore
ti cullerò tra le mie braccia
narrandoti sogni già scritti
nel tuo diario
accanto a noi c’è la gatta cenerina
e quel randagio che sempre
ti veniva dietro
e l’agnellino che un tempo accarezzavi
e dormono beati.
Quando sarò certa
che avrai posato il capo tra braccia
più divine
adagerò il tuo corpo col sogno tuo più bello
sul letto delle fate
e dirò loro che non ti manchi nulla
cibo se avrai fame
e acqua cristallina
se avrai sete
e tanto
tanto amore da qui all’eternità
che ti riscaldi il cuore.
Prima di andar via
ti donerò un sorriso
sugli occhi tuoi dormienti.
Riposa in pace, figlia mia!
(dedicato a Sara Scazzi)
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