Dal 22/11/2020 al 1/12/2020, per nove giornate, il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo – ideato e diretto dalla giornalista d’inchiesta Marilù Mastrogiovanni, organizzato da Giulia Giornaliste e dalla Cooperativa IdeaDinamica in collaborazione con Regione Puglia, Ordine dei giornalisti, Assostampa e varie testate regionali pugliesi – ha visto la creazione di diciotto panel con cento ospiti fra giornaliste, attiviste e ricercatrici collegate da quattro continenti. La quinta edizione si è svolta online su piattaforma Skipinfad, in diretta con un broadcasting simultaneo su diversi canali social.

Il tema dei seminari è stato #WomenLivesMatter e #PressFreddomMatter; la vita delle donne conta, la libertà d’informazione conta. Gli interventi, partiti dall’analisi dell’attuale situazione della donna nel mondo professionale anche e non solo giornalistico, hanno analizzato quanto è stato effettivamente realizzato degli obiettivi promossi venticinque anni fa dalla Conferenza delle donne di Pechino.
Il risultato dell’analisi è stato a dir poco deludente. I pochi progressi raggiunti con fatica e le tante strumentalizzazioni del patriarcato sono stati resi evidenti dai fatti, soprattutto in questo momento così particolare condiviso dall’intero pianeta, dove si nota un pericoloso arretramento dei diritti conquistati, sia colpendo il lavoro delle donne nella sua dignità di espressione che insistendo nel voler proporre, attraverso i canali di informazione, modelli femminili scadenti e offensivi. Il tutto durante una crisi geopolitica, tecnologica ed economica senza precedenti, che vede lo spettro dell’impoverimento abbattersi sulle fasce più deboli e scatenando in tal modo un impoverimento morale che vede le donne nel mirino della cultura dell’odio; mentre la risoluzione dei grandi problemi, che dovremo risolvere prima possibile, ci sarà proprio grazie alle donne che porteranno una nuova cultura della pace e della cura della persona e dell’ambiente.
Ma se l’analisi ha deluso le aspettative e frantumato i sogni, ha comunque illuminato il percorso da intraprendere con maggiore chiarezza e determinazione.
E la chiarezza sempre maggiore di restituire all’aera mediterranea il suo valore – attraverso il lavoro delle donne giornaliste di frontiera, delle attiviste e delle ricercatrici – si riassume nell’obiettivo di promuovere la pace e costruire ponti di dialogo per abbattere muri divisori fra culture e tradizioni accumunati da un meticciato che chiede il riconoscimento di un’identità euromediterranea.
Fra le tante proposte, si chiede una convenzione per i diritti della persona (modificando da uomo a persona); l’uso di un linguaggio appropriato, soprattutto dai media, nella narrazione di violenze e crimini sessisti, che dal 1/1/2021, in seguito alla Carta di Venezia, farà parte del testo unico del codice deontologico del giornalista; un’effettiva tutela della libertà di stampa; ma soprattutto, il diritto di raccontare la realtà con uno sguardo femminile.
Dal primo gennaio 2021, inoltre, l’Italia guiderà il G20, e contemporaneamente il W20, il Women20, presenterà le proprie istanze.
Per maggiori informazioni sulle analisi e le proposte www.giornaliste.org
https://elisabettamastrocola.com/2020/11/25/parole-per-una-narrazione-corretta/
https://elisabettamastrocola.com/2018/05/15/parola-di-donna/