Niente come la natura con i suoi fenomeni e le sue manifestazioni è capace di suscitare stupore e indurre a riflessioni profonde e veritiere.
La salvaguardia dell’ambiente, a cuore agli scienziati e agli economisti dalla visione limpida, assume un’urgenza particolare per i poeti e i filosofi che ne traggono ispirazione e insegnamento.
Capita così di commuoversi e rallegrarsi nel trovare un segno di riconoscimento, valorizzazione e rispetto, come quello del cartellino che accompagna l’alberello appena piantato da alcuni cittadini responsabili associati per proteggere e curare il verde urbano. È il caso, fra gli altri, di un biancospino, piantato nel quartiere di Testaccio a Roma da Quartieri Attivi – http://www.quartieriattivi.org – che si presenta al mondo con i versi di Emily Dickinson.
Sono la piccola viola del pensiero!
Non mi curo di cieli imbronciati.
Se la farfalla tarda posso,
per questo, mancare?
Emily Dickinson F 167-176
Un gesto gentile può fare molto e se la sua partenza può essere ignorata, la destinazione arriva sempre al cuore e pervade l’intero essere di congetture spontanee e affascinanti.
La viola non ha bisogno di attendere che il capriccio del cielo sia passato, per aprirsi alla luce e fiorire.

Il fiore, con semplicità, evidenzia l’impeto vitale che lo abita e che con la sua forza lo spinge a sbocciare.
Sbocciare senza bisogno di approvazione, sbocciare senza chiedere il permesso.
Emily Dickinson gioca con le parole – così ci induce a credere – rendendo facile il gioco, lanciando l’idea sublime che risveglia dal torpore delle regole acquisite, nate dalla mente calcolatrice e rese dogma.
E lei, la poetessa, giocando con i versi ci libera.
E la natura, presa ad immagine, continuamente insegna. Non lasciamola morire. Senza la grande Maestra, l’anima perde sé stessa.